giovedì 5 novembre 2009

Crocifisso si o no nelle aule scolastiche?
la Corte Europea ha detto no. L'italia deve togliere i simboli religiosi dalle classi perchè sono «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni».

personalmente sono d'accordo con strasburgo: la scuola pubblica deve essere laica.
se uno è credente e praticante può mandare i figli in una scuola cattolica, dove verrà educato secondo i principi della chiesa di Roma.
io invece sono atea, quindi non vedo perchè mi devono imporre un simbolo religioso.

Tanto più che sono convinta che la gente si attacchi troppo al simbolo e troppo poco al messaggio che ci sta dietro.
Tutti a difendere il crocefisso e nessuno che va in chiesa.
Tutti a spada tratta per difendere una "tradizione" e una "cultura" e poi nessuno che conosce e rispetta i dieci comandamenti.

Quell'uomo crocifisso è testimonianza d'amore, di sacrificio per il prossimo; è simbolo di umiltà, di rifiuto di tutte le forme di violenza e di prevaricazione.
Quindi, invece di attaccarsi all'oggetto, perchè non rispolverano un po' di dottrina cristiana? abbiamo una religione che parla d'amore, di tolleranza, di aiuto verso i più deboli, di partecipazione e compassione. sarebbe bene se cominciassero a seguire di più tutti questi principi.

giovedì 29 ottobre 2009

VERGOGNA ITALIANA

Capita spesso, purtroppo, di vedere bagarre nelle aule del nostro Parlamento. La civiltà oggi è un pregio che hanno in pochi; la dignità, poi, è praticamente sparita.
E' notizia di oggi che è in atto un nuovo scontro tra i nostri politici, più esattamente tra chi siede in Senato e quelli della Camera. Il guaio è che non discutono dei problemi del paese o di leggi ( ci sentiremmo fortunati se litigassero almeno per questioni ideologiche: come mi mancano i duelli fascisti/comunisti!).
No, loro litigano sui benefici! Si decide di tagliare le spese? Apriti cielo! Gli ex senatori, colpiti dal taglio di ALCUNI privilegi, si ribellano e chiedono perchè non sia stato fatto altrettanto alla Camera -questo ce lo chiediamo anche noi, a dire la verità-, perchè loro sono "discriminati".
Discriminati? ma se sono stati pagati lautamente per il lavoro (?) che hanno fatto!!
Ma dove esiste un altro lavoro dove continuano a pagarti anche quando non fai più niente?
Già non sono ovvi tutti i benefit che hanno durante la legislatura- perchè mi devono spiegare cosa c'entra il rimborso per il parrucchiere con la funzione di parlamentare- ma avere la faccia tosta di pretendere quegli stessi privilegi una volta che si è lasciata la vita pubblica è davvero cosa dell'altro mondo.
In sostanza il taglio consiste nel ridurre "a 291 la platea degli ex beneficiari del pedaggio gratuito autostradale, di voli e biglietti ferroviari finora concessi ai tutti i 1.058. Ma soprattutto di ridurre al minime il carnet per ciascuno di loro, azzerando del tutto il Telepass. Tutte voci che ad oggi hanno comportato una spesa di 1,7 milioni" (La Repubblica).

Se facciamo due conti, il taglio prevede che ogni EX senatore rinunci a circa 2000 euro (2 mila) all'anno. Cioè più o meno la cifra che una buona parte della popolazione italiana ha a disposizione mensilmente per mantenere una famiglia.
In effetti, poverini...davvero troppa ingiustizia.

mercoledì 21 ottobre 2009

"Dipende? da che dipende? da che punto guardi il mondo tutto dipende" cantava Jarabe De Palo in una canzone di qualche anno fa. E non si può dargli torto: ognuno di noi ha le sue opinioni, il suo modo di affrontare le situazioni e di reagire alla vita. Ognuno ha una sorta di griglia all'interno della quale classifica ed elabora le informazioni; in psicologia si chiamano "schemi mentali" e ci differenziano gli uni dagli altri. Sono la causa delle differenze di percezione della realtà, ma anche delle paure umane.
Però non esageriamo, ci sono individui che passano il limite della decenza e sparano cavolate a raffica. E oltretutto le dicono come se fossero vere, come se fossero ovvie. E noi altri scemi che gli diamo torto. Un esempio?
Con la scusa della mancanza di spazio e di problemi di bilancio il sindaco leghista di Musile di Piave (Venezia) ha fatto togliere dalla bilioteca comunale La Repubblica e Il Manifesto (sottolineando però che esiste una postazione internet a cui si può accedere per consultarne le edizioni online. Ah beh, allora. Tutto risolto).
Per gli stessi motivi di bilancio e di spazio ha però aggiunto quotidiani come Il Giornale e La Padania.
Ora: mi sfugge qualcosa sulla coerenza, ma certamente è un problema mio. Perchè il sindaco, che è sicuramente una persona a modo, non cercherebbe mai di far passare i suoi concittadini per stupidi. Ma allora questa affermazione che significa?
"abbiamo deciso di privilegiare i giornali locali, Gazzettino e Nuova Venezia, di tenere un solo quotidiano nazionale, il Corriere, uno economico e uno sportivo. E poiché non avevamo la possibilità di aggiungere quotidiani come il Giornale o la Padania, abbiamo tolto quelli collegati ad associazioni o orientati politicamente e quindi il manifesto, dichiaratamente comunista e Repubblica che è comunque orientata a sinistra"
ha perfettamente ragione quando dice che quelli del Manifesto sono dei comunisti. E anche che quelli de La Repubblica sono di sinistra. Ma La Padania? non è orientata politicamente? cos'è, vuole togliere il giornale alla Lega? Ma come si permette! Ha chiesto il permesso a Bossi?

giovedì 15 ottobre 2009

VOGLIO ANDARE A VIVERE IN FINLANDIA...OH OH

La Finlandia ha deciso che la banda larga è un diritto di ogni cittadino, e per questo il governo si impegna a fornire a tutti di una connessione veloce.
Anche in Italia dovrebbe essere così, tanto più che ormai il web è l'unica fonte di informazioni indipendente. Anche noi vogliamo la banda larga, ci meritiamo di poterci sottrarre all'omologazione e alla bassezza delle tv nostrane. Che siamo, individui di serie B?

"Come riportato dall’emittente nazionale Yle, a partire dal luglio 2010 tutti i cittadini avranno a disposizione almeno 1Mbps per le loro connessioni al web, ma i programmi del ministero delle comunicazioni di Helsinki sono ancora più ambiziosi: entro il 2015 la velocità di trasmissione dati raggiungerà i 100Mbps. È la prima volta che la banda larga – e presto quella larghissima – diventa un diritto sancito dalla legge" (Corriere della Sera)

lunedì 12 ottobre 2009

QUASI QUASI SIAMO PARENTI...

E' bello raccontare di storie di successo e sapere che da qualche parte nel mondo la bravura rende onore a un piccolo pezzo della tua città.
E questa è la storia di un pezzo di Cantù, protagonista un figlio di emigranti nel Jew Jersey, raccontata dai palazzi diManhattan. Un italiano dal nome a me così familiare che dirige il NYT Magazine. Una soddisfazione, lo ammetto.
Lo hanno intervistato quelli de La Provincia.


Al telefono la voce di Gerald Marzorati suona profondamente americana. L’accento è quello della costa est, di New York e del New Jersey, i luoghi dove è nato e cresciuto. E dove ha fatto carriera. «Tutti mi chiamano Gerry, Gerald è troppo lungo». Mister Marzorati parla dal suo studio di Manhattan, da uno dei piani alti del grattacielo sede del New York Times, il più autorevole quotidiano del mondo. Dal 2003 è il direttore del New York Times Magazine, considerato da molti il miglior supplemento settimanale americano. Per farsi un’idea di quanto il New York Times - e il relativo supplemento - facciano notizia negli Usa, basti dire che la diffusione media è di 1 milione 665 mila copie. I suoi giornalisti sono grandi firme e, solo nel 2009, il giornale ha ottenuto cinque premi Pulitzer (complessivamente 101 dal 1917 ad oggi). L’editorialista Paul Krugman, invece, è stato insignito nel 2008 del Premio Nobel per l’economia.
Direttore Marzorati, quali sono i suoi legami con l’Italia?
Negli anni ’70 ho messo per la prima volta piede in Italia. I miei nonni erano emigrati nel 1912, credo, ma io non c’ero mai stato. Per noi americani figli o nipoti di immigranti tornare sulle tracce delle proprie radici è una specie di rituale.
Da dove venivano i suoi familiari?
Da Cantù, ma parte della nostra famiglia viveva a Como. Mio nonno credo si potesse definire un "comunista", ma in Italia non aveva avuto molta fortuna. Così decise di andare alla scoperta dell’America. Non credo che se ne siano andati perché erano stanchi dell’Italia, ma perché il loro Paese non aveva più niente da offrirgli, economicamente parlando.
Cosa le hanno raccontato dei loro primi anni negli Stati Uniti?
Le storie di quel primo periodo della nostra vita americana sono a metà tra la realtà e la fantasia - racconta Marzorati -. Il nonno non aveva abbandonato la sua vena utopistica e, durante i primi anni a Hoboken, in New Jersey, cercò di fondare una specie di cooperativa. Aveva costruito un piccolo setificio nel garage di casa e aveva cercato di avviare l’attività. Direi che non ha avuto molta fortuna, alla fine si mise a vendere vendura su uno di quei camioncini che stanno a lato della strada.
Integrarsi fu difficile?
Io non ero ancora nato, ma non dev’essere stato facile. Ricordo che quando ero bambino i vicini ci guardavano come se fossimo pazzi. In New Jersey la comunità italiana era una delle più numerose degli Stati Uniti, ma quasi tutti venivano dal sud Italia. I lombardi emigrati in cerca di fortuna erano pochi ed erano considerati strani perché mangiavano meno pasta e avevano un dialetto completamente diverso da quello degli altri.
Veniamo a lei. Cosa ricorda del suo primo viaggio in Italia?
Arrivai a Como, volevo vedere dove erano nati e cresciuti i miei nonni. Mi ospitarono alcuni parenti di Cantù, mi sembra. Erano benestanti, avevano anche dei possedimenti in Libia, e ricordo che la cosa mi aveva molto impressionato. Di Como conservo un’immagine bellissima: il lago, le montagne. Mi chiedevo perché mai qualcuno avrebbe dovuto volersene andare da un posto del genere. Infatti, alla fine, mio padre ci è tornato ed è morto lì. Quando posso vado a trovarlo al cimitero.
Parliamo di lavoro. Sulla sua rivista compaiono i personaggi più influenti della scena politica, sociale e artistica del mondo. Cosa, secondo lei, rende grande il New York Times Magazine?
Il reportage. Le grandi storie che raccontiamo ogni settimana. Siamo uno dei pochi supplementi ad avere ancora inviati e corrispondenti nei posti dove accade qualcosa di giornalisticamente rilevante. Questa è la parte del mio mestiere che amo di più e che la gente sembra continuare ad apprezzare. Il reportage non morirà mai.
Lei è molto attivo anche sul web. Scrive su blog e siti molto seguiti dal pubblico americano. Penso a Gawker, a Slate.
Il web è divertente ed è straordinariamente comunicativo, veloce ed immediato. Mi piace perché posso parlare di qualunque cosa, di argomenti un po’ da nerd che mi appassionano: tecnologia, musica. Però, se proprio devo essere sincero, non c’è niente di più bello che sedersi in veranda la mattina con un bel magazine tra le mani e una tazza di caffè nero. A volte mi sento così old fashioned!
Dall’America, che lettura dà delle vicende politiche italiane? In particolare, come vede il "caso" sollevato da escort e party a Palazzo Grazioli, ospiti del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi?
Penso - conclude il direttore del New York Times Magazine - che la politica italiana dovrebbe occuparsi di più della recessione economica e della disoccupazione piuttosto che degli affari privati del primo ministro.

Maria Caspani

venerdì 9 ottobre 2009

NOBEL

eccoci a commentare la scelta dei Nobel. Ma se non mi metto a discutere su quello alla medicina, alla chimica, alla letteratura ecc perchè non sono minimamente competente, qualche cosa sa obiettare sulla scelta del nobel per la pace ce l'avrei.

Perchè? Perchè quest'anno la scelta è caduta su Barack Obama.
E anche se mi piace quest'uomo perchè è intelligente, educato e preparato ritengo che sia una forzatura.
Ho fiducia in lui, credo che potrà fare grandi cose, ma il Nobel dovrebbe essere assegnato per cose che sono già state fatte...non si può darlo alle intenzioni.

Per questo dico: NON E' UN PO' PREMATURO?
In fondo non è nemmeno un anno che è presidente Usa, e non ha fatto granchè fino ad ora a parte l'aver rinunciato allo scudo spaziale (la trattativa con l'Iran x me non vale, almeno finchè non avrà dato risultati).
E poi darglielo giusto dopo che qualche giorno fa si è rifiutato di incontrare il Dalai Lama per non compromettere i rapporti con la Cina in vista della prossima visita ufficiale a Pechino è assurdo.
Non la capisco proprio questa scelta.

In ogni caso Good Luck Mr. President! Speriamo che questa onorificenza sia di buon auspicio.

sabato 3 ottobre 2009

IO C'ERO!!

ore 15.30 a Porta Torre a Como, manifestazione in sostegno della libertà di stampa. Io c'ero, e sono orgogliosa di poterlo dire. Cappelli di carta, fatti con le pagine di quei giornali che ancora ci ostiniamo a difendere, come simbolo di partecipazione. Nessuna bandiera, solo il manifesto della FNSI, e uno striscione con lo slogan della protesta comasca: la stampa serve, NON serva.
Difendiamo un nostro diritto di cittadini, difendiamo la nobiltà di una professione, difendiamo la dignità e l'onore di uno stato che ancora vuole dirsi civile.

L'articolo di ecoinformazioni sulla manifestazione


Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.
(Johann Wolfgang Goethe)

La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire.
(George Orwell)

mercoledì 30 settembre 2009

MEGLIO TARDI CHE MAI

La Jugoslavia non esiste più. Che dite? Sono anni che non esiste più? Ah, si certo. Sulle cartine, i libri e gli atlanti. Ma io parlavo del web.
Solo oggi, dopo 17 anni, cesserà di esistere il suffisso ".yu", che appunto identificava la Jugoslavia unita (prima) e la Repubblica Federale Jugoslava (Serbia + Montenegro) poi.
Meglio tardi che mai.

lunedì 28 settembre 2009

SEMPRE

a proposito del muro sul lungolago.
Ecco cosa dicono del progetto, di noi e della nostra protesta.
Il dossier de La Provincia con tutti gli articoli, le foto e i video
Gli articoli del Corriere della Sera
L'articolo e la fotogalleria de La Repubblica
Il lancio dell'Ansa
rainews24

e volendo l'elenco sarebbe infinito. Perchè è davvero uno scempio.
E giusto per ricordarci giorno per giorno come ci hanno preso, e ci stanno prendendo, per i fondelli allego il link del progetto originario di rifacimento del lungolago.

domenica 27 settembre 2009

QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO

che non si vedrà più.
Nel mondo ci conoscono per il lago. Viviamo di lago.
E i nostri politici hanno pensato bene di oscurarlo con un muro di cemento alto 2 metri.
Un applauso a chi vuole ammazzare l'ultima fonte di sopravvivenza della città.

lunedì 21 settembre 2009

Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto
dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male
hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle barriere
legate strette perché sembrassero intere.
(Dormono sulla collina - De Andrè)


You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets higher
You hide in your mansion
As young people's blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud
(Masters of war- Bob Dylan)


6 bare. 2 bimbi. Le uniche immagini vere di una sceneggiata all'italiana. Onore ai morti; sincero rispetto per le famiglie, che silenziose e composte hanno salutato i loro cari.
Per il resto solo l'ipocrisia di chi oggi piange quelle vite spezzate dopo averle mandate alla guerra. Lacrime di coccodrillo di chi si appella ai valori,all'onore, alla patria seduto nelle proprie "tiepide case".
Perchè è troppo facile fare la guerra con i figli degli altri.


domenica 20 settembre 2009

venerdì 18 settembre 2009

FINITO!!!

Non ci si crede, gente. Stamane, alle 10, è finita la mia carriera universitaria. L'esame di Alfonso era L'ULTIMO!!! Si, è proprio finita. Basta ansie, basta studio, basta correre di qua e di là alla ricerca di informazioni. Ora vedo la fine. E con il traguardo a portata di mano mi sento più leggera.

giovedì 17 settembre 2009

(DIS)APPRENDERE CON LA TECNOLOGIA

Avevo già scritto un post in cui si parlava dei problemi dell'attenzione causate dal multitasking, ovvero dall'utilizzo simultaneo di più tecnologie. Discorso da riprendere visto che Marco Pratellesi nel suo mediablog ha ripreso i risultati di uno studio inglese che evidenzia i danni causati all'apprendimento dalla troppa tecnologia.
Da questa ricerca emerge che il 53% degli adolescenti ha un rapporto morboso con il cellulare e non se ne separa mai; il 63% si sente strettamente dipendente da internet, e qualcuno ci passa anche 6 ore al giorno (Social network in prevalenza).
Questa disponibilità di informazioni fa sì che non serva più alcuno sforzo: basta il copia-incolla per fare una ricerca o i compiti. E non serve nemmeno più saper scrivere correttamente la propria lingua, tanto negli sms si può usare una lingua abbreviata e il pc fa tutto da solo, pensiamo al correttore di word.
Se consideriamo poi che queste tecnologie vengono portate anche in classe e usate sotto i banchi è evidente che l''attenzione degli studenti sarà da tutt'altra parte.

mercoledì 16 settembre 2009

L'UMORE DEL WEB

Leggendo l'Espresso in edicola questa settimana mi sono imbattuta in uno strano articolo dal titolo "Di che umore è il web?".
Beh, se dovessi fare una previsione di questi ultimi giorni direi un pò triste: sono morti 2 personaggi famosi (Mike e Patrick Swayze) e soprattutto sono ricominciate le scuole, quindi gli internauti adolescenti saranno un pò depressi.
Voi siete tutti felici perchè c'è ancora il sole o avete finito gli esami? Vabbè, magari io non sono brava a fare previsioni. Però non sono matta :)
Perchè esiste davvero un misuratore di umore del web: è stato inventato da Jonathan Harris (artista e antropologo ) e da Sep Kamvar (matematico, docente di Stanford) e si chiama We Feel Fine (www.wefeelfine.org).
Si tratta di un programma che elabora dati (presi da blog e Twitter) e analizza le parole scritte dagli utenti, in modo da stabilire se sono tristi o felici.
I risultati? Forse non troppo sorprendenti, però interessanti: il giorno in cui l'umore degli utenti del web era alle stelle è stato il giorno dell'elezione di Obama. Quello più triste, invece, la morte di Michael Jackson.
Al momento è una cosa curiosa, l'ho provato: si può leggere quello che hanno scritto, nello stesso istante, persone all'altro capo del mondo o vedere le foto che hanno caricato.
Ma è molto promettente in prospettiva futura per monitorare i gusti, le tendenze, il cambiamento della società.

martedì 15 settembre 2009

PUBBLICITA' SUL WEB

Per spiegare il fenomeno della pubblicità online mi avvalgo di 2 video tratti dal sito current.com e di un articolo postato da un mio collega.

Il primo video riassume brevemente la storia della pubblicità online

E questo invece fa il punto sugli investimenti pubblicitari online in Italia.

Ecco cosa scrive Cristiano nel suo blog
Pubblicità su internet: analisi del 2008

Ormai lo sviluppo del business sul web è davanti agli occhi di tutti. Segnali di crescita anche in Italia, dopo il periodo buio di alcuni anni fa, ce ne sono molti. Utenti connessi che hanno abbondantemente superato i 20 milioni, soddisfazione dei siti di e-commerce che iniziano finalmente a rendere, ritorno del lavoro nel settore IT. C'è però un segnale che meglio di tutti fa comprendere questo cambiamento. Un aumento considerevole degli investimenti su internet in pubblicità.
Nel 2007 la crescita è stata del 41%, tassi di sviluppo negativi invece per tutte le altre forme di pubblicità dalla stampa, ai cartelloni alla tv . Le imprese anche e soprattutto le più piccole stanno scoprendo che il web porta clienti ....e tanti. Non solo in settori come turismo, informatica, finanza, nei quali l'abitudine degli utenti alla consultazione on line è elevatissima, ma anche nell'edilizia, nell'artigianato, nelle attività professionali, ecc.
Che questo cambiamento sia in atto lo avvertiamo anche noi. Le piccole e medie imprese che tradizionalmente si avvalevano delle Pagine Gialle per acquisire clienti ora ci confessano spesso di averle abbandonate per il progressivo assottigliarsi dei contatti generati da questo mezzo. D'altra parte si rendono conto che chi cerca informazioni, prodotti o servizi va su internet e consulta un motore di ricerca. Ma la spinta ad utilizzare questo mezzo proviene pure dai loro concorrenti. Per le aziende o i professionisti vedere altri, nello stesso settore, far affari in un mercato a loro interdetto costituisce una delle molle che li spinge ad investire nel web. Un investimento però, rispetto a qualche anno fa, dettato da una maggiore consapevolezza del mezzo. Se allora si credeva che i risultati, in termini di business, coincidessero con la pubblicazione del sito, oggi anche lo sprovveduto sa che se non si è approntata alcuna strategia di web marketing e visibilità, avere un sito è inutile.

Ma allora rende veramente la pubblicità su internet?
La risposta è affermativa per chi sa scegliere i canali giusti per veicolare messaggi efficaci. E rende non solo perché i risultati sono elevati ma perché i costi rispetto ai media tradizionali sono decisamente inferiori. Qualsiasi altro mezzo non riesce a competere con internet quando si desidera raggiungere target specifici. In un certo senso è la manna per le piccole e medie imprese che hanno risorse economiche molto limitate da investire nella pubblicità. Anche il famigerato banner sta risalendo la china. La maggiore consapevolezza che su internet quello che conta è il messaggio ha prodotto un cambiamento di mentalità. Il messaggio si studia in relazione al target da raggiungere e si fa maggiore attenzione al contesto nel quale farlo apparire. Si cercano click di qualità ed a target perciò si è compreso l'inutilità di essere presenti in pagine o siti generici. Ma c'è di più. L'azienda ha compreso anche che l'investimento in pubblicità ha un senso nella misura in cui il suo sito sa trattenere il visitatore. Non è sufficiente avere il sito bello o peggio ricorrere ai soliti virtuosismi grafici. Quello che conta è conquistare la fiducia, creare le giuste motivazioni che favoriscano contatti, fornire contenuti e informazioni interessanti. D'altra parte basta riflettere.

Se finora la pubblicità su internet non è decollata da cosa è determinato?
Dalla scarsa conoscenza del mezzo e delle sue potenzialità. Anche ora per chi è alle prime armi o non ha mai pianificato campagne pubblicitarie consigliamo: di evitare investimenti ad occhi chiusi ed affidarsi a chi ha esperienze nel settore. Soprattutto con le piccole e medie imprese abbiamo messo a punto una formula che finora ha dato degli ottimi risultati.

Luca Almici ( New Business Web Solution )

lunedì 14 settembre 2009

PAROLA DI MINISTRO

Il ministro Gelmini inaugura l'anno scolastico ribadendo i punti forti della sua riforma: più informatica, più inglese e soprattutto più severità. Basta una sola insufficienza per essere bocciati o non ammessi all'esame di stato. Allora meno male che lei le scuole le ha finite da un pezzo...

UN BLOG PER LA LIBERTA' DI STAMPA

In occasione della manifestazione per la libertà di informazione che si terrà a Roma il 19 settembre, la Federazione Nazionale della Stampa ha aperto un blog in cui far confluire articoli, video, interviste e adesioni.
Ecco il link al blog

Vi sono messaggi di solidarietà da parte di associazioni, giornalisti, uomini dello spettacolo e della cultura. E, sono contenta, anche di ecoinformazioni "un’esperienza di giornalismo partecipato che ha prodotto comunicazione indipendente su società, ambiente, politica, cultura del territorio comasco", che ha invitato la popolazione a partecipare a una manifestazione in piazza a Como.
Un modo, per chi non potrà andare a Roma, per far sentire la propria voce e mostrare il proprio dissenso. Perchè l'importante è non stare zitti, non subire in silenzio la politica censoria in atto nel paese.

sabato 12 settembre 2009

GIORNALI ONLINE: IN ITALIA CHE SUCCEDE?

Cercherò di spiegare un pò cosa succede in Italia sfruttando il lavoro di 2 altri blogger, che bene hanno riassunto il contenuto delle lezioni del Prof. Alfonso.
Ecco dunque che metto a confronto il loro modo di analizzare e rielaborare i contenuti.
Iniziamo con il blog di Daria:

Nel corso della terza lezione abbiamo analizzato i siti web di alcune testate giornalistiche.

Innanzitutto alcune considerazioni generali: ad esempio, quali sono i parametri in base ai quali si stabilisce la classifica dei siti più visitati?

I criteri di valutazione fondamentali sono il numero di pagine viste e il tempo di permanenza. E' stato inoltre rilevato che il traffico sulla rete avviene in fasce orarie particolari: nella pausa pranzo e dopo le 18.

Solitamente il titolo della testata on-line riprende quello della testata originale, anche se si riscontra spesso una tendenza volta alla semplificazione (per esempio Il Corriere della sera diventa Corriere.it).

Il grande vantaggio dell' on-line rispetto al cartaceo è quello di avere uno strumento in più. Nell'on-line è infatti possibile inserire, al posto di una sola fotografia, un'intera galleria di immagini, anche se alcune meno significative di altre. Spesso vengono utilizzati anche video, anche se questi vengono "letti" con più difficoltà rispetto alle fotografie (per problemi di caricamento, ecc...)

Il limite consiste invece nella mancanza di testi. Accade spesso che ci si senta infatti legittimati a scrivere solo poche righe in spiegazione a un video, a un' immagine. Accade inoltre spesso che, i pochi testi presenti, siano comunicati d'agenzia o articoli ripresi dal cartaceo. Mancano invece testi autonomi, nati inesclusiva per il web, in parte perchè non se ne sente l'esigenza e in parte, e soprattutto, per la mancanza di tempo. E proprio per questo, nel tempo sono progressivamente scomparsi gli occhielli dai titoli on-line, una volta presenti e oggi eliminati.

Un tempo a pagamento, la versione on-line dei quotidiani è diventata progressivamente gratuita ma si crede che, a breve, si tornerà alla versione a pagamento, a causa della crisi che l'editoria italiana sta affrontando in questi anni. Da quel momento in poi comincerà a farsi strada un giornalismo diverso, più attento ed esteso.

Abbiamo infine analizzato più nel dettaglio delle particolari testate on-line:

La Repubblica: la testata riprende l'impaginazione di quella originale. La home, nonostante la normalità, è molto dinamica, incuriosisce. L'unica anomalia consiste nel fatto che la prima pagina, almeno nella sua parte più alta, non è "sporcata"dalla pubblicità. Si tratta comunque di una prima pagina, seppur molto lunga, dotata di una costruzione abbastanza originale.

Il Sole 24 ore: ha una costruzione anomala, diversa rispetto a quella del cartaceo. I ticker che scorrono danno l'idea di un aggiornamento continuo, anche se in realtà si tratta di un quotidiano aggiornato pochissimo. Da un certo orario in poi viene usato praticamente tutto il materiale del cartaceo. Quello adottato è, nel complesso, un modello molto simile a quello anglosassone.

Italia News: è un consorzio di testate, il cui capofila è Il Sole 24 ore. Il sito è continuamente aggiornato da tutte le testate partecipanti, ognuna delle quali mantiene tuttavia autonomo il proprio sito. Si riesce così a creare un giornale nazionale, accettando news da tutti. Fulcro dell'esperimento è un comuter, che stabilisce qual è la notizia più importante del giorno, rilevando quella più letta nei vari siti delle testate partecipanti e, quindi, attraverso una costruzione statistica. La rilevanza e l'incidenza fanno parte dei meccanismi con cui si cura l'indicizzazione.

Affaritaliani: si definisce erroneamente un quotidiano. In realtà si tratta di un'agenzia di stampa, o meglio un dito di notizie che sfruttale agenzie di stampa. Ha moltissimi utenti perchè fornisce un crocevia di informazioni capace di interessarlo in diversi settori. Considerato come un'agenzia di stampa, dopo l'Ansa sarebbe il più visitato; se invece lo considerassimo un giornale on line, si disputerebbe il terzo posto con il Sole 24 Ore (dopo il Corriere e Repubblica)


Il secondo contributo è quello di Alberto Rugolotto, che nel suo blog scrive:

Come prima nota, è stato segnalato come la diffusione dei giornali in rete – in un certo senso la loro ‘tiratura virtuale’, oserei dire – sia calcolata in funzione di 2 parametri: il tempo di permanenza sul sito e il numero di pagine visitate. Come è facile intuire, l’utilità della cifre conseguenti è utile soprattutto per le concessionarie pubblicitarie di riferimento.
La discussione è poi passata all’analisi delle maggiori testate: La Repubblica e Il Corriere della sera. Qui di seguito vorrei provare a sintetizzare quanto detto e visto, offrendo anche qualche piccolo contributo personale. Mi servirò di tre macro-criteri di riferimento: l’impostazione grafica, la presenza pubblicitaria, la presentazione dei contenuti.

Impostazione grafica.
Il titolo è semplificato: perde l’articolo, anche se nella home page lo stilema della testata riproduce quello cartaceo. L’impaginazione è essenzialmente uguale per tutti, composta di tre colonne: quella a sinistra è la più importante (l’occhio cade sempre lì) e vi vengono riportate le news; la seconda e la terza, sulla destra, forniscono tutto il resto, ovvero contenuti specifici, galleria foto-video, documenti, meteo, pubblicità, servizi per gli utenti.
Presenza pubblicitaria.
È evidente il tentativo, diverso rispetto al passato, di evitare la pubblicità nella home page. C’è ancora, ovviamente (Repubblica.it è la più ricca di popup e animazioni), ma è meno irritante. Spesso ci sono anche aggregatori di pubblicità, legati come tema al contenuto dell’articolo.
Presentazione dei contenuti.
L’aggiornamento è molto frequente, anche se cala nel weekend e nei momenti di chiusura delle attività pubbliche e private. C’è molto colore: le gallerie sono un elemento di grande impatto e importanza nell’economia del sito, quindi sono molto ricche e curate con didascalie.
La costruzione delle notizie riflette quella cartacea: titolo, sommario e occhiello (all’estero è ben diverso). C’è una breve descrizione (solo poche righe nella home page), mentre il testo è semplice e corto perché non ci sono ancora redazioni uniche tra web e carta (la relazione di numerosità è 1o a 8 per la seconda) e perché molto spesso è solo un “copia-incolla” di agenzie di stampa (infatti non è firmato). Da notare, infine, che ormai, con un metodo di scrittura sempre più veloce, il titolo dell’articolo non spiega più il contenuto dello stesso (si intende già conosciuto) e che molto spesso – e solo in Italia – molti contributi sono gli stessi della versione cartacea.


venerdì 11 settembre 2009

GIORNALI ONLINE: L'ESEMPIO DEL NEW YORK TIMES

Tutti abbiamo l'abitudine di leggere il giornale su internet: è veloce, economico e aggiornato di continuo. Ma come dovrebbe essere un giornale online perfetto? Più o meno come il New York Times, e Claudio Carminati nel suo blog ci spiega il perchè.

Quando banalità significa perfezione: il sito internet del New York Times

Logo NYTNavigare (to surf in inglese) è il verbo utilizzato per indicare la consultazione di documenti su internet, passando da una risorsa all'altra attraverso gli appositi link. Ma quando ci si trova di fronte al sito del New York Times, ecco che il verbo giusto diventa sfogliare. Il sito è costruito esattamente come un giornale, con una chiarezza ed una compostezza del tutto estranee ai siti dei quotidiani italiani.

L'home page ha una struttura estremamente semplice, se non addirittura banale, ma questa banalità si traduce in una straordinaria leggibilità e leggerezza. A differenza di quanto molto spesso si vede sui siti d'informazione europei, grande valore viene attribuito ai testi: ce ne sono molti, ed è importante notare come questo non sovraccarichi la pagina, ma anzi contribuisca a renderla gradevole, grazie anche ad un equilibrato gioco di spazi vuoti ed a scelte stilistiche sobrie ed eleganti. La colonna del menù, situata a sinistra, è molto stretta, e ciò consente di lasciare grande spazio alle notizie senza che l'occhio incontri elementi di distrazione.
HP NYTSe l'home page è curata e piacevole, il vero capolavoro si cela nelle pagine interne. Basta aprire un articolo qualsiasi per rendersi conto di come ci sia una preparazione della notizia che non si trova nei giornali italiani. Spicca, in particolare, l'abbondanza di link all'interno del testo stesso della notizia. Nel sistema anglosassone si tratta di una prassi assoluta, per cui per ogni personaggio citato e per ogni evento passato di cui si fa cenno viene fornito, in seno all'articolo, un link che conduce ad una sorta di Wikipedia interna al NYT, un grande database di informazioni sui più svariati argomenti messe al servizio di chi legge il giornale. Ciò fa sì che gli utenti non siano costretti a consultare altri siti in cerca di spiegazioni o approfondimenti, con un duplice vantaggio: se, da una parte, l'utenza può avvalersi di un servizio utilissimo complementare al tradizionale servizio informativo svolto dal giornale, dall'altra essa sarà invogliata a restare nel sito più a lungo (con quali implicazioni in termini di entrate pubblicitarie è facile intuire).
Esempio Info InterneTutto questo materiale sui siti dei giornali italiani non si trova, e le cause sono diverse: dalla ristrettezza delle redazioni on-line alla divisione tra due redazioni distinte per il cartaceo e per il web, quest'ultima spesso composta da giovani alle prime esperienze.

Sul sito del NYT nulla è insomma lasciato al caso, nessun particolare viene trascurato affinchè l'utente possa vedere soddisfatto il proprio bisogno di informazione: il risultato è una straordinaria ragnatela ipertestuale, un percorso infinito, una sorta di labirinto di rimandi tra un link e l'altro, ma sempre all'interno Classifica Popolaridel sito del NYT. L'attenzione per l'utente è costante, ed emerge anche da dettagli in apparenza poco significativi, come le classifiche degli articoli più popolari. Mentre sui giornali on-line di casa nostra si trovano classifiche delle notizie più lette, sul NYT vengono stilate classifiche delle notizie più inviate tramite e-mail, di quelle più citate e discusse nei blog e di quelle più cercate sul motore di ricerca interno al sito: il focus va sull'interazione, dunque, non sulla semplice lettura. Ci si rapporta con l'utente nell'ottica di una profonda partecipazione: quello che interessa al NYT è verificare quale e quanta informazione penetri nell'interazioni tra gli utenti, quale e quanta informazione in definitiva si trasformi, almeno potenzialmente, in sapere.

Un modello di giornalismo da imitare, a cui i giornali europei e quelli italiani in particolare dovrebbero cominciare a guardare con maggiore interesse.

RABBIA E SPERANZA: VINCERE LA MAFIA E MORIRE DI STATO

Questo paese è strano e molti, come me, hanno smesso di scervellarsi sul perchè e il per come di tante cose. Ma non è indifferenza: non è vero che siamo un popolo di disillusi o di menefreghisti. Al massimo ci si può accusare di eccessivo realismo. Appartengo a una generazione che è solo stufa di sentire tante chiacchiere, che è stanca di veder giocare a "scaricabarile", che non ne può più di sentire, e vedere, tutto e il contrario di tutto.
E non mi importa se tanti ci considerano apatici, perchè in realtà sappiamo arrabbiarci e indignarci. E appassionarci, ovviamente.
Mi indigno, per esempio, nel leggere che un comune della bergamasca ha deciso di cambiare il nome alla biblioteca comunale togliendo la targa a Peppino Impastato, giovane siciliano ucciso dalla mafia nel '78. Il motivo? Boh. Ufficialmente è quello di "valorizzare personalità locali". Niente di male di per sè, mica voglio contestare l'idea. Anzi, trovo più che giusto avvicinare la gente alla propria storia e alla propria realtà. Ma non capisco perchè una cosa debba escludere l'altra. Non potevano lasciare l'intitolazione della biblioteca a Peppino Impastato e dedicare al parroco locale un'altra cosa?
A me suona tanto come uno schiaffo al ricordo di una persona che ha dato la vita per la legalità e per lo Stato. Quello stesso Stato di cui questo sindaco leghista è rappresentante (sigh!).
Ora, non vorrei cadere in becere congetture, ma non è che in un comune leghista l'essere "terrone" è una colpa tanto grave da non essere tollerata nemmeno se si è dato la vita per una nobile causa?? Spero di no, perchè altrimenti è veramente arrivato il momento di fare i bagagli e andare via. Magari in un paese dove non associno Italiano=mafioso (senza distinzione per regioni, si intende).
Leggo questa notizia sul Corriere, su Repubblica, sul quotidiano online BergamoNews (che tra l'altro ha il link con la copia della delibera comunale) e mi sale la rabbia. Non solo per il fatto in sè, ma perchè se penso che se non si riesce a mettersi d'accordo (tutti, destra e sinistra) nemmeno su una figura come quella di Peppino, allora siamo veramente messi male.
Mi arrabbio, ma subito dopo sorrido e penso che non è tutto finito, che non sta andando tutto a rotoli. Mi viene in mente la faccia di Pietro Grasso, Procuratore nazionale antimafia e giudice a latere nel maxi processo del 1986 contro Cosa Nostra. E ricordo le sue parole, che ho ascoltato giusto ieri sera in un incontro in piazza. Ha parlato del suo lavoro, della collaborazione con Falcone e Borsellino; ne ha ricordato l'impegno, l'amore per quella professione alla quale anche lui si sente profondamente legato. Il giudice, parole sue, ha una "utilità sociale e deve perseguire la verità". E soprattutto deve "fare le cose indipendentemente dal risulato". Detto in parole povere, fare quello che si crede giusto anche se gli altri rinnegheranno le tue scelte, anche se cancelleranno con un colpo di spugna il risultato del tuo sacrificio. Anche se cancelleranno senza rispetto il tuo nome da una targa.


giovedì 10 settembre 2009

FESTIVAL DEL COPYLEFT

Un po' di tempo fa avevo scritto un post sul copyright, ovvero il diritto d'autore, e sul suo opposto, il copyleft, ovvero un sistema di licenze che permette ai fruitori di poter usare, riprodurre e modificare un programma liberamente (Wikipedia e il sistema operativo Linux ne sono esempi). Alla base del copyleft vi è l'idea che la diffusione della conoscenza e della cultura sia un fattore imprescindibile, nonchè un vantaggio in molti campi. Si pensi, ad esempio, a quanto si potrebbe risparmiare se nell'amministrazione pubblica tutti i pc usassero un sistema operativo open source invece di pagare la licenza a Microsoft o alla Apple.
E di questo si parlerà al Festival del Copyleft, in programma ad Arezzo dall'11 al 13 settembre: "sarà fornita una dimostrazione delle possibilità dell'open source grazie al nuovo servizio gratuito di accesso alla rete wireless del comune di Arezzo, sui cui terminali è installato il sistema operativo Linux".
Di questo appuntamento parlava oggi anche la Repubblica

mercoledì 9 settembre 2009

GIORNALISMO AI TEMPI DI INTERNET

Ecco che oggi sul Corriere, anzi per essere precisi nel blog di Marco Pratellesi, ho trovato un nuovo articolo che spiega cosa è, e come dovrebbe essere, il giornalismo nell'era di internet.
Il testo riprende un manifesto dei blogger tedeschi, che in 17 punti hanno riassunto come affontare i problemi relativi alla quantità di informazione, alla libertà, alla correttezza delle notizie ecc...
In pratica un decalogo su come migliorare la qualità del giornalismo online.
Ecco il decalogo

1. "Internet è diverso" Il nuovo mezzo di comunicazione è molto differente rispetto agli altri media. Chi vuol lavorare nel campo dell'informazione deve adattare i propri metodi di lavoro alla realtà tecnologica di oggi invece di ignorare e contestare il mondo multimediale. Bisogna produrre prodotti giornalisti nuovi e migliori.

2. "Internet è un impero mediatico tascabile" Grazie a internet è possibile fare dell'ottimo giornalismo anche senza immensi investimenti. Il web riorganizza le strutture esistenti dei media abbattendendo gli antichi confini che esistevano tra giornali, televisione, radio etc.

3."Internet è la nostra società e la nostra società è internet" Wikipedia, YouTube e i social network sono diventati una parte della vita quotidiana per la maggioranza delle persone nel mondo occidentale. I mezzi di comunicazione, se intendono sopravvivere alla rivoluzione tecnologica contemporanea, devono capire i legittimi interessi dei nuovi utenti e abbracciare le loro forme di comunicazione.

4. "La libertà di internet è inviolabile" Il giornalismo del XXI secolo che comunica digitalmente deve adattarsi all' architettura aperta di Internet. Non è ammissibile che si limiti questa libertà in nome di interessi particolari commerciali o politici, spesso presentati come interessi generali. Bloccare parzialmente l'accesso a internet mette a repentaglio il libero flusso delle informazioni e il diritto fondamentale di informarsi.

5. "Internet è la vittoria dell'informazione" Per la prima volta grazie a Internet l'utente può scegliere realmente come informarsi e attraverso i motori di ricerca attingere a un patrimonio d'informazione immenso.

6. "I cambiamenti apportati da Internet migliorano il giornalismo" Grazie a internet il giornalismo può svolgere un'azione socio-educativa completamente nuova. Ciò significa presentare notizie in continuo cambiamento attraverso un processo inarrestabile. Chi vuol praticare il giornalismo deve essere stimolato da un nuovo idealismo e capire che le risorse offerte da internet sono un incredibile stimolo a migliorare.

7. "La rete richiede collegamenti" La rete è fatta di collegamenti. Chi non li usa si autoesclude dal dibattito sociale e ciò vale anche per i sitiweb dei tradizionali mezzi di comunicazione.

8. "Linkare premia, citare abbellisce" Chi fa giornalismo online deve offrire all'utente un prodotto sempre più completo. Linkare le fonti e citarle permette di conoscere direttamente e più ampiamente i temi di cui si dibatte.

9. "Internet è la nuova sede per il discorso politico" Il giornalismo del XXI secolo deve fare in modo che il dibattito politico si trasferisca sempre di più sulla rete così il pubblico potrà partecipare direttamente ai discorsi politici e dire la sua.

10. "Oggi libertà di stampa significa libertà d'opinione" I giornalisti non devono temere che la rete possa sminuire il loro compito di selezionare le notizie e informare. La vera dicotomia che invece internet realizza è quella tra il buon e cattivo giornalismo.

11. "Sempre di più: le informazioni non sono mai troppe" Sin dall'antichità l'umanità ha capito che più informazioni si hanno più è grande la libertà. Internet è il mezzo che può più di tutti può allargare la nostra libertà.

12. "La tradizione non è un modello di business" Come dimostra già la realtà odierna è possibile fare buon giornalismo su internet e guadagnare denaro. Non bisogna ignorare lo sviluppo tecnologico solo perché secondo alcuni distruggerà le aziende giornalistiche, ma bisogna avere il coraggio di investire e ampliare la piattaforma multimediale.

13. “Il diritto d'autore diventa un dovere civico su Internet” La rete deve rispettare il diritto d'autore, ma anche il sistema del copyright deve adattarsi ai nuovi modelli di distribuzione e non chiudersi nei meccanismi di approvvigionamento del passato.

14. "Internet ha molte valute" Il modo più tradizionale di finanziare i giornali online è attraverso la pubblicità. Altri modi per finanziare i prodotti giornalistici devono esseri testati.

15. “Cio' che rimane sulla rete resta sulla rete” Il giornalismo del XXI secolo non è più qualcosa di transitorio. Grazie alla rete tutto rimane nella memoria degli archivi e dei motori di ricerca e ciò fa in modo che testi, suoni e immagini siano recuperabili e rappresentino fonti di storia contemporanea. Ciò stimola a sviluppare un livello qualitativo sempre migliore.

16. "La qualità resta la più importante delle qualità" Le richieste degli utenti sono sempre maggiori. Perché un utente resti fedele ad un particolare giornale online, quest'ultimo deve garantire qualità e soddisfare le richieste del lettore senza rinunciare ai propri principi.

17. "Tutto per tutti" Internet ha dimostrato che l'utente giornalistico del XXI secolo è esigente e nel caso di un dubbio su un articolo è pronto a studiare la fonte per essere maggiormente informato. I giornalisti del XXI secolo che il lettore cerca non sono quelli che offrono solo risposte, ma quelli che sono disposti a comunicare e a indagare.


PAROLARIO

Negli ultimi giorni sono saliti sul palco di ParoLario altri importanti personaggi.
Daria Bignardi, nella veste insolita di intervistata, ha presentato il libro "Non vi lascerò orfani". E'la storia della sua famiglia, del rapporto con sua madre, raccontato proprio nel momento in cui la madre viene a mancare. La giornalista ha parlato di sè, del suo lavoro, e ha fatto ridere il pubblico raccontando piccoli aneddoti della sua infanzia ferrarese.
Mario Calabresi, direttore de La Stampa, ha preso spunto dal suo ultimo libro "La fortuna non esiste", nato dall'esperienza della campagna elettorale di Obama, per fare un confronto tra giornalismo italiano e americano. In una intervista rilasciata al giornale locale ha detto che sostanzialmente la differenza sta nel fatto che "noi curiamo più la scrittura. Gli articoli americani, salvo quelli dei grandi settimanali, sono asciutti e freddi, ma approfonditi, c’è un controllo spasmodico di ogni dato. Da noi non accade" (ecco l'intervista completa rilasciata a La Provincia).
Un'emozione tutta particolare l'ha suscitata il racconto di Clara Rojas, sequestrata dalle FARC assieme a Ingrid Betancourt nel 2002 e liberata solo sei anni dopo. La Rojas ha parlato del suo sequestro, del figlio Emmanuel, nato dalla relazione con un guerrigliero e sottratole quando il bimbo era appena nato, e del suo rapporto con la ex compagna di prigionia.
Ricordi raccolti nel libro "Prigioniera", che l'autrice ha presentato in una video- intervista nella quale ha parlato della funzione catartica della scrittura e del ruolo della fede.

lunedì 7 settembre 2009

MENTANA IN PIAZZA

Enrico Mentana è stato ospite a Parma in occasione della rassegna Settembre Italiano (e io purtroppo non c'ero).
Intervistato dal direttore della Gazzetta, Giuliano Molossi, ha parlato della sua carriera, del suo futuro e di come vede lui il giornalismo, dicendo che se gli affidassero di nuovo un tg farebbe "un telegiornale non allineato, che combatta l'appiattimento degli opposti conformismi, per cui oggi in Italia Berlusconi ha sempre ragione oppure sempre torto".
Inserisco il link all'articolo della Gazzetta di Parma e il link al video dell'edizione locale di Repubblica

FACCIAMOCI 2 RISATE

Chi non ha mai speso un paio di minuti per "leggere" le istruzioni di emergenza degli aerei? Così, tanto per cercare di capirci qualcosa, visto che il 99% delle volte le hostess le spiegano in inglese.
Michele Ampollini, autore della sitcom Piloti, le ha però reinterpretate in maniera esilarante. E sono diventate un must su YouTube.



THE TIMES THEY ARE A-CHANGIN'

Eh sì, i tempi son proprio cambiati. Azioni, pensieri e stili di vita, tutto "resettato" dall'evvento del web. Tutti a lodare le magie di internet: ma quanti di noi sarebbero in grado di elencare quello che ha cambiato nel nostro quotidiano? Difficile vero?
Niente paura, ecco che il Telegraph ci dà una mano e ci elenca
«le 50 cose uccise da Internet».
  • Ascoltare un album musicale dall'inizio alla fine. Perché ascoltare un cd dall'inizio alla fine quando le canzoni orecchiabili sono al massimo un paio? Grazie a Internet le hit si scaricano singolarmente ed è davvero raro trovare qualcuno che ascolti un album dalla prima all'ultima canzone
  • Il televideo. Con l'avvento dei sitiweb che informano istantaneamente l'utente, il vecchio televideo è diventato davvero obsoleto.
  • Gli elenchi telefonici. Nell’epoca pre-web un intero scaffale delle case italiane era occupato dalle Pagine Bianche, dalle Pagine Gialle e da diverse rubriche telefoniche. Oggi invece basta un click e velocemente sul web troviamo i numeri telefonici che c’interessano.
  • Gli orologi. Nell'era digitale prima il telefonino e poi internet hanno trasformato l’orologio in un elegante accessorio di cui si può fare tranquillamente a meno.
  • I negozi di musica. Sono poche le persone che preferiscono un cd originale e pagato profumatamente alla musica scaricata gratis dal web. Lo sanno bene i vecchi negozi di musica che stanno scomparendo uno dopo l'altro.
  • La puntualità. Quando non esistevano internet e il telefonino, essere puntuali a un appuntamento era obbligatorio. Oggi invece è diventata comune la cattiva abitudine di spedire un messaggio cinque minuti prima dell’incontro per avvertire che si è in ritardo.
  • Lettere spedite per posta tradizionale. Quanto era romantico attendere l'arrivo di una lettera cartacea. Ma chi ha vissuto l'era pre-internet ricorda anche i ritardi e le numerose missive perse via posta tradizionale. Con le email storie del genere non si ripetono.
  • La memoria. Prima dell’era internet ricordavamo numeri telefonici, poesie e le gesta di personaggi famosi a memoria. Ma oggi che Wikipedia e Google aiutano a studiare e a conoscere le imprese con un solo click, soprattutto i più giovani perdono la capacità di ricordare a memoria.
  • L'acquisto di riviste e film porno durante l'adolescenza. Sembrerà una forzatura, ma per un adolescente acquistare la prima rivista porno era una sorta di «rito di passaggio». Oggi invece con la pornografia gratis sul web è diventato tutto più semplice.
  • Gli album fotografici. Nell'era di Internet che senso ha sfogliare vecchi album fotografici chiusi in lontani cassetti, quando si possono scaricare migliaia di foto sul pc e averle sempre a portata di mano?
  • L'arte di essere in disaccordo in modo civile. Da quando i blog sono comparsi sulla rete, il dibattito democratico è certamente aumentato, ma sono aumentati in maniera esponenziali gli utenti che discutono con poca civiltà. Tante persone che si confrontano sui blog preferiscono insultarsi e non moderano le parole, rendendo impossibile il confronto delle idee.
  • Guardare la tv in compagnia. La tv "on-demand" permette di vedere programmi su richiesta a qualsiasi ora. Ma ha accelerato anche la propensione a guardare gli spettacoli televisivi in solitudine.
  • La conoscenza ritardata dei risultati sportivi. «Quando è stata l'ultima volta che avete comprato un giornale per scoprire chi ha vinto una partita, piuttosto che per un commento e un’analisi?» si chiede nostalgicamente il sito web del Telegraph. Oggi grazie al web è davvero difficile che qualcuno attenda un’intera giornata per conoscere i risultati sportivi.
  • Il copyright. Le case cinematografiche e musicali stanno combattendo una dura battaglia per i diritti d'autore, ma Internet sta velocemente trasformando questo antico diritto in un ricordo del passato.
  • Fare sesso in luogo pubblico. In inglese si chiama "Dogging" e indica la pratica di fare sesso in luoghi pubblici. In passato era molto di moda in Gran Bretagna. Nell’era di Internet il sesso in pubblico non attrae più. La generazione Internet preferisce organizzare incontri piccanti con sconosciuti in luoghi più sicuri delle strade o dei parchi
  • Chiedersi di una persona famosa. «E' ancora viva? E' gay?»: Wikipedia ci permette di sapere all'istante informazioni su personaggi più o meno famosi. E i vecchi dubbi scompaiono con un click
  • Tornare dalle vacanze senza sapere cosa è successo nel proprio paese. Un tempo quando si andava in vacanza in luoghi tropicali era impossibile informarsi sulle news del proprio Paese. Oggi grazie ai siti d'informazione che possono essere consultati da ogni angolo del pianeta la generazione perennemente collegata al web non è mai veramente lontana da casa.
  • Conoscere le strade. Con i moderni navigatori satellitari conoscere le strade che collegano paesini e città non è importante come lo era in passato.
  • La Privacy. Si accusano spesso i governi di voler controllare i cittadini, ma con la diffusione dei social network sono disponibili informazioni che nemmeno il più autoritario e spietato Stato del mondo riuscirebbe a conoscere.
  • I giornali famosi. In America a causa della pubblicità che migra sui siti d’informazione hanno già chiuso importanti quotidiani come il Seattle Post-Intelligencer e il Rocky Mountain News. Autorevoli studiosi temono che col passare degli anni internet "ucciderà" la maggior parte dei giornali cartacei.
  • La concentrazione. Nel mondo superveloce di Internet soprattutto i più giovani trovano sempre più difficoltà a concentrarsi.
  • Girare per tutta la città alla ricerca della migliore tariffa assicurativa. Con la comparsa dei sitiweb di assicurazione, da casa si può scegliere la migliore tariffa e una delle più tediose attività annuali è risparmiata al cittadino.
  • Rimanere per sempre un artista sconosciuto. Con l'avvento del web è molto semplice far conoscere le proprie capacità artistiche mandando poesie e opere ai siti specializzati.
  • Provare una forte emozione a causa di un ricongiungimento amoroso. Grazie ai social network è molto più semplice ritrovare un antico amore o una vecchia fidanzata. Ma il cuore non batterà mai forte come se l’incontro fosse casuale.
  • Giocare con le carte a solitario. Uno dei passatempi più classici è stato definitivamente sostituito dall'omonimo gioco sul pc.
  • La prostituzione in strada. Il web ha dimostrato alle prostitute che è più facile ed economicamente più favorevole trovare clienti attraverso la Rete piuttosto che attenderli in strada.
  • Le note a piè di pagina. Nell'era di Internet le "note a piè di pagina" che si usavano per citare la fonte di un articolo o di un'opera stanno ormai scomparendo. Oggi Internet le considera superflue e adotta il sistema del link alla pagina web.
  • La pausa pranzo. Oramai per molti impiegati è solo un ricordo. Tanti preferiscono durante la pausa pranzo restare in ufficio e mangiare un panino davanti al pc così da sfruttare l’unico momento della giornata in cui si può navigare spensieratamente sul web senza essere scoperti dal capo.

sabato 5 settembre 2009

LIBERTA' DI STAMPA


"Non passa giorno senza che il presidente del Consiglio distilli la sua dose di disprezzo contro l'informazione: l'uomo politico che ha sui media una presa mai nemmeno sfiorata prima da nessun altro uomo politico ha il coraggio di lamentarsi di un sistema che è sfigurato dal suo conflitto di interessi"
E' quanto si legge in una nota della Fnsi dopo l'ultima esternazione del Presidente del Consiglio.
E proprio per impedire che venga messo il bavaglio all'informazione, la Federazione Nazionale della Stampa ha indetto per il 19 Settembre una manifestazione.
Una presa di posizione necessaria dopo il caso Boffo; dopo la querela a Repubblica per le famose 10 domande; dopo le critiche a Don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana; dopo le citazioni per danni a l'Unità

CERNOBBIO ECONOMICA

Come ogni anno, in questo periodo, Cernobbio diventa il centro dell'economia mondiale: finanzieri, politici, manager, esponenti di governo, tutti riuniti al Forum Ambrosetti che si tiene a Villa D'Este (per chi non lo sapesse è una bellissima villa del '500, fatta costruire dal cardinale di Como Tolomeo Gallio e trasformata a metà '800 in albergo di lusso. Quest'anno è stata scelta dalla rivista Forbes come il migliore hotel del mondo).
Durante il workshop di quest'anno si parlerà, ovviamente, della crisi economica mondiale e delle contromisure da adottare per uscirne (nonchè di politica internazionale, visto che tra gli ospiti ci sono il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen e il presidente israeliano Shimon Peres).
Ma accanto agli incontri uffciali, e in contrasto con le idee dei "grandi", si svolge un altro meeting sul tema economico. Si tratta di "Sbilanciamoci", una campagna promossa da 47 associazioni che si battono per "un'economia di giustizia e di un nuovo modello di sviluppo fondato sui diritti, l’ambiente, la pace".
A questo contro-forum parteciperanno i membri dell'altra faccia dell'economia e della società civile: operai, studenti, sindacalisti, precari che presenteranno un "documento circostanziato di proposte, le nostre 15 mosse per uscire dalla crisi".

venerdì 4 settembre 2009

VIDEOCRACY

Oggi sui giornali è apparso l'ennesimo articolo riguardante Videocracy, il docufilm del regista Erik Gandini sul'Italia degli ultimi 30 anni.
Dopo essere stato rifiutato dalla Rai perchè troppo critico nei confronti del governo, e dopo aver fatto parlare di sè attraverso un incessante tam tam su internet, oggi il film è stato finalmente proiettato al Festival di Venezia. Con grande successo.
Che sia un popolo di spettatori comunisti? Non lo so, io so solo che il rifiuto della tv pubblica di mandarlo in onda è una presa di posizione inequivocabile, che lede la libertà di espressione.
E poi, di sicuro, è controproducente: se il film accusa Berlusconi di avere il monopolio della tv italiana e di aver, con essa, modificato la nostra cultura, rendendola superficiale, non sarebbe stato meglio mandarlo in onda? non sarebbe stato un modo per smentire l'affermazione che "L'Italia è al 73mo posto nel mondo per libertà di stampa"?
Non so cosa farete voi, io però prenoto un posto in prima fila

ecco il trailer




FACEBOOK

Un commento su Facebook è necessario, visto che negli ultimi giorni lo vedo/sento citato in ogni situazione. Ovviamente lo uso anche io, è un mezzo comodo per tenersi in contatto con gli amici, per condividere materiali che parlano delle nostre esperienze (vedi foto, video ecc) e perchè no, per passare il tempo e farsi quattro risate: avete mai provato a fare i test o a giocare? Creano una vera e propria dipendenza.
Se non ti connetti per qualche giorno e non ci sono aggiornamenti sulla tua bacheca cominciano ad arrivarti messaggi preoccupati di gente che si chiede dove sei finito XD
Insomma, questo social network ha preso tutti, quasi nessuno può più farne a meno.
Anche i più scettici, preoccupati per la propria privacy, hanno capitolato. E devo ammetterlo, ero una di quelli: mi sono iscritta a fb molto prima di quando ho cominciato a usarlo. Inizialmente mi ero registrata perchè una mia amica aveva caricato delle foto e voleva che le vedessi. E l'iscrizione è obbligatoria per vedere qualunque cosa abbia scritto la gente.
Comunque, dicevo, ormai vedo fb ovunque. L'altro giorno, girando per un mercatino di libri, mi sono imbattuta in ben 3 volumi che ne trattano
1- facebook: domani smetto
2- facebook. Trova tutti i tuoi amici in rete
3- facebook. Guida per un utilizzo


E 2 sere fa, non ci potevo credere, Matrix Estate gli ha dedicato un'intera puntata. Hanno parlato di tutto ciò che facebook rappresenta, nel bene e nel male: è mezzo di comunicazione, è mezzo per esprimere opioni (iscriversi a un gruppo significa prendere le parti qualcuno/qualcosa), è condivisione di pezzi vita, è cassa di risonanza per la politica, che può avvicinarsi alla gente senza più fare fatica.
Ma è anche il luogo dove la privacy è a rischio, è il mondo virtuale che per molti distruggerà i rapporti interpersonali...perchè essere amici su fb non significa necessariamente conoscersi.
Comunque sia, bene o male, l'importante è che se ne parli.
Ecco i link ai video della puntata del 2 settembre
video1
video2
video3
video4

mercoledì 2 settembre 2009

AGENZIE DI STAMPA STRANIERE

E certo, perchè mica potevano mancare! Il web è internazionale per definizione: e visto che in Italia siamo già abbastanza provinciali, è bene che almeno nel nostro piccolo volgiamo lo sgardo lontano e vediamo come funzionano le cose negli altri paesi.
Approfitto ancora dei commenti della povera Laura (che alla fine mi odierà xD). Ecco cosa scriveva l'8 maggio


L’Associated Press fondata nel 1846 a New York è oggi tra le maggiori agenzie di tutto il mondo. È una cooperativa di organi di informazione che conta circa 1700 giornali e 500 emittenti radiotelevisive e ha 242 sedi che coprono oltre 120 paesi del mondo.

Il sito dell’AP si presenta con:

  • una pagina poco scritta, essenziale e ordinata
  • una grafica molto leggera
  • possibilità di avere le notizie in tutti i formati (foto, video, podcast…)
  • le notizie dell’AP contenute all’interno dei siti di altri media a cui il sito dell’agenzia di stampa rimanda direttamente al clic del mouse (daily record.com, king5.com, the bismark tribune.com e altri)
  • alcuni articoli sono firmati dal giornalista d’agenzia
  • articoli più lunghi rispetto alle agenzie italiane

La Reuters è una delle prime agenzie di stampa, nata in seguito all’iniziativa di Paul Julius Reuters che decise di abbandonare, così come fede altrettanto Wolff, il suo impiego alla Havas, la prima agenzia di stampa fondata nel 1832, che in realtà svolgeva l’attività di ufficio traduzioni. In seguito all’accordo con tra Havas, Wolff e Reuters, a quest’ultima toccarono i territori dell’impero britannico. La Reuters ha sede a Londra.

Il sito della Reuters offre:

  • la possibilità di aumentare la dimensione del testo
  • le notizie principali sono fisse
  • la possibilità di rintracciare l’identità del giornalista dell’articolo
  • gli aggiornamenti sul mercato
  • pagina molto scritta

Bloomberg rappresenta una delle fonti di informazione economico-finanziaria più conosciute al mondo e in lingua inglese. Ecco di cosa è composto il sito che si presenta su sfondo nero:
  • breaking news fisse, statiche
  • ha una live tv
  • sezioni per argomenti
  • ticket a dissolvenza
  • borse dei mercati americani, asiatici ed europei, visto che si tratta di un sito specializzato nel settore economico
  • ordinato
  • pensa all’utente offrendogli la possibilità di ingrandire la dimensione dei caratteri del testo
  • i giornalisti firmano i loro articoli
  • possibilità di contattare il giornalista

AGENZIE DI STAMPA ITALIANE

Visto che il blog ha a che fare col giornalismo è bene fare un excursus sulle Agenzie di Stampa, ovvero quegli enti che forniscono le notizie.
Per farlo mi faccio aiutare da una mia collega: ecco cosa scrive il 4 maggio Laura Sale nel suo blog

In principio era La Stefani

Fondata nel 1853 a Torino da Guglielmo Stefani, è stata la prima agenzia di stampa in Italia e quindi il primo ente giornalistico che forniva le notizie a tutti gli organi di informazione presenti all'epoca in Italia. Si è affermata con l'appoggio di Cavour e durante il fascismo è diventata l'organo ufficiale del regime fascista con cui poi ha condiviso il declino. Nel dopoguerra è nata quella che ad oggi è la principale agenzia di stampa in Italia, l'ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata) che conta circa 400 giornalisti e che nel 2008 ha ricevuto il premio Media Awards all'interno della categoria "agenzia di informazioni all news".
L'agenzia di stampa naturalmente viene prima del giornale, anzi ne costituisce la fonte più diretta, e la sua principale caratteristica non può che essere la capacità di fornire un'informazione sempre aggiornata: e quale mezzo potrebbe essere più adatto a questo scopo, se non Internet? Oggi infatti tutte le agenzie di stampa possiedono una loro versione web, così come tutti i quotidiani.

Ecco la prima pagina dell'ANSA
Si tratta di un sito molto discutibile dalla prima pagina infelice perchè è caotica, disordinata e dispersiva. A prima vista potrebbe sembrare il sito di una testata on line perchè non segue la logica che dovrebbe avere un'agenzia di stampa dovendosi limitare a riportare in modo sintetico le notizie. Invece è troppo ricca di notizie e questo porta l'utente a sentirsi forse disorientato, incapace di gestire il flusso di informazioni che ha davanti.


Il sito dell'ADNKRONOS è più ordinato rispetto a quello dell'ANSA e condivide con quest'ultima il fatto di essere un sito più multimediale che di servizio ed infatti sono le uniche a possedere la web-tv.
L'ADNKRONOS pensa prima al web che al servizio per gli abbonati
e privilegia più l'informazione in chiaro.



Il sito dell'ASCA invece è fatto meglio, è molto più leggero, ordinato, è insomma nella logica di un'agenzia di stampa. Le breaking news rimangono ferme, hanno una loro fisicità. Se vogliamo è un sito più banale ma è molto più simile a ciò che le agenzie di stampa ricevono. Le notizie vengono collocate senza gerarchia, solo secondo un criterio temporale perchè l'importante è fornire un'informazione aggiornata.


Con la comparsa dei siti delle agenzie di stampa gli utenti del web sono quasi al pari dei giornalisti per quanto riguarda l'accessibilità delle fonti, solo con qualche minuto di svantaggio.
L'informazione fornita dalle agenzie di stampa è:
  • sintentica
  • affidabile
  • in tempo reale

ma non è presente la componente interattiva dal momento che il suo fine non è quello di intrattenere un dialogo con gli utenti, bensì di fornire le notizie.

martedì 1 settembre 2009

ADDIO


Dal sito di Emergency

Dopo avere insieme condiviso per quindici anni il tempo dell'amicizia, del rispetto per la vita e per la sofferenza di tutti, dopo il lungo tempo di affetto, di speranze, di timore per la sua sorte personale, Emergency annuncia la morte della sua presidente Teresa Sarti Strada.
Con la stessa apertura e con la stessa semplicità che aveva voluto per la vita di Emergency, Teresa ha accettato anche in questi suoi ultimi giorni la vicinanza di tutti coloro che hanno voluto esserle accanto. La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso il coraggio e la determinazione che rappresentano la verità della nostra azione in un'attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza. La dolcezza del ricordo coincide per noi con il rinnovo dello nostro impegno per la pace e per la solidarietà.
"Vivere nei cuori che lasciamo dietro di noi non è morire".
Riposa in pace Teresa, e sappi che chi ha amato il tuo impegno non lascerà che il ricordo di te svanisca.

L'ITALIA AGLI OSCAR...DEL WEB

Leggete un pò qua e dite se questa non è una notizia che fa proprio al caso di un blog nato per un corso di Informatica applicata al giornalismo :)

Il centro.it in finale agli “Oscar” del web
È tra i migliori siti di informazione

di Giuseppe Boi

PESCARA. A volte capita che chi riporta le notizie possa diventare esso stesso una notizia. È successo al nostro quotidiano e al suo sito www.ilcentro.it. L'Online News Association (Ona), associazione internazionale che riunisce i giornalisti del web, ha comunicato i finalisti degli Online Journalism Awards. E tra le nomination degli "Oscar" del giornalismo online c'è anche Il Centro. Il nostro giornale è tra i tre finalisti della categoria "General Excellence" dedicata ai siti "small" non in lingua inglese. I premi saranno assegnati sabato 3 ottobre a San Francisco in occasione del congresso annuale dell'Ona. Un riconoscimento importante per la nostra testata e per la nostra redazione che arriva grazie alla collaborazione dei giornalisti e dei tecnici di Kataweb.

In particolare Il Centro online si è distinto in occasione del terremoto che ha colpito l'Abruzzo. Il nostro sito internet ha raccontato minuto per minuto ciò che accadeva all'Aquila e nelle zone sconvolte dal sisma fin dalle prime ore successive alla scossa del 6 aprile.

E il centro.it non si è limitato a raccontare i fatti ma, grazie all'essenziale contributo dei lettori e una squadra ad hoc di professionisti, ha costruito un database ricercabile

Gli altri due finalisti della categoria dedicata ai siti a minor diffusione "non english" sono Radio Azattyq e lainformacion.com. Il primo è il sito dell'emittente radiofonica in lingua kazakha di Radio Free Europe-Radio Liberty. Il secondo è un sito spagnolo che unisce insieme materiali della redazione, degli utenti e aggregati da un insieme di 1.500 diverse fonti.

A San Francisco in corsa per i riconoscimenti previsti per le altre categorie ci sono siti come il New York Times, la Bbc e L'Espn. L'Ona infatti premia ogni anno i siti internet che si sono stati capaci di coniugare l'informazione con l'innovazione tecnologica e la multimedialità. L'Online News Association è nata nel 1999 come associazione essenzialmente americana che riunisce i giornalisti online che hanno voglia di parlare di giornalismo online tra giornalisti online. L'organizzazione si è progressivamente allargata ai professionisti di altri paesi. Al momento i membri sono 1.700, tra cui anche degli accademici. con le biografie e le immagini di tutti coloro che hanno perso la vita a causa del terremoto. Un memoriale virtuale per commemorare e ricordare le vittime della tragedia che ha colpito l'Aquila.
(01 settembre 2009)

lunedì 31 agosto 2009

MULTITASKING DANNOSO?

E' una notizia di qualche giorno fa, ma dato che è interessante riporto ciò che scriveva a tal proposito il sito della tv svizzera rsi

Un cervello sotto assedio… vi è mai capitato di rispondere al telefono mentre avete due o più chat aperte e state scrivendo almeno un paio di e-mail? Magari con la radio o la TV accesa come sottofondo. Se vi è successo, sappiate che potreste essere dei multitasker forti. Non è difficile immaginare come questo modo di usare i media possa incidere sulla nostra produttività. Ci troviamo sempre più spesso a gestire flussi d’informazione sovrapposti, ma siamo preparati? Una ricerca condotta da Clifford Nass, esperto di comunicazione, insieme a colleghi psicologi della Stanford University, ha provato a rivelare quali siano gli effetti a lungo termine associati a questo stile di vita. Il risultato non è molto confortante.

Due categorie di multitasker - Riuscire a decodificare grandi flussi d’informazione sovrapposti provenienti da media diversi, evitando d’esserne sommersi, potrebbe essere una delle sfide per l’uomo del futuro. Semplificando un po’, esistono due tipi di fruitori di media, quelli che non riescono a farne a meno e di solito ne usano più di uno contemporaneamente, i multitasker forti, e quelli che ne usano uno per volta, i multitasker deboli. Gli studiosi hanno analizzato queste due categorie separando in due gruppi i soggetti sulla base del loro diverso livello di multitasking mediatico.

La ricerca è stata condotta su 262 studenti a cui sono stati sottoposti tre diversi tipi di test cognitivi per verificare e capire gli effetti sulla memoria, l’apprendimento e la capacità di passare da un compito all’altro. I risultati, pubblicati su PNAS, hanno mostrato come le performance migliori fossero quelle della classe degli studenti meno abituati al multitasking mediatico Questo potrebbe suggerire che alcune funzioni del nostro cervello, come ricordare, imparare o selezionare delle informazioni, potrebbero essere a rischio proprio per l’uso smodato e contemporaneo di media diversi.

Solo una forte correlazione - Ma c’è davvero una relazione causa-effetto? In realtà la domanda resta: è l'eccessiva esposizione a informazioni provenienti da media diversi a causare i deficit cognitivi rilevati o piuttosto sono questi problemi, questo tipo di disordine cognitivo, che porta a ricercare il frastuono di tanti stimoli diversi, che predispone a questa modalità di fruizione dei media? La risposta richiede studi ulteriori; per adesso i ricercatori hanno solo mostrato l’esistenza di questa correlazione, senza indicarne però la direzione. Di sicuro è importante analizzare questi aspetti perché c’è un pericolo cognitivo di cui forse non ci stiamo rendendo conto. Inoltre, il fenomeno del multitasking mediatico è in costante crescita e prima o poi anche la scuola, chi fa informazione e noi stessi dovremo diventarne consapevoli adottando strategie e comportamenti che ci permettano di trarne vantaggio e ridurre o eliminare gli eventuali problemi.


Se ci si ferma a riflettere non è una cosa di poco conto. Specialmente nell'ultimo decennio tutti hanno spinto verso una comunicazione sempre più veloce e interdisciplinare. Tutti si sono affannati perchè i bambini imparassero a usare le tecnologie, più tecnologie possibile, al più presto possibile. La nostra società è una società veloce, dinamica, in continuo cambiamento, che pretende il massimo dell'efficienza e che non tollera la perdita di tempo. E quindi carta bianca all'educazione affannosa di piccoli manager rampanti. E ora qualcuno dice che non solo è inutile, ma addirittura controproducente, e che i ragazzi di oggi sono "meno svegli" e meno capaci di quelli che li hanno preceduti. E come glielo spieghiamo??

domenica 30 agosto 2009

STELLE SUL LAGO

Anche quest'anno, come succede ormai da un pò, è iniziato ParoLario, la rassegna culturale che accompagna i cittadini comaschi verso la fine dell'estate. Un susseguirsi di incontri con autori, musica, film, dibattiti filosofici e una fiera del libro affacciata sul lago.
Nell'edizione 2009, per celebrare l'anno dell'astronomia, si è deciso di puntare subito in alto: l'apertura è stata dedicata alle stelle. E a parlarne è arrivata l'astrofisica Margherita Hack.
Nell'incontro di un'ora ha parlato del suo lavoro, dei suoi libri, ha risposto alle domande del pubblico e ha anche concesso fotografie e autografi. Una vera e propria ora di lezione, in cui si sono alternati dati e numeri, riflessioni sul ruolo della scienza e questioni filosofiche.
La Signora Hack ha ripercorso la storia dell'osservazione celeste, dal telescopio di Galileo alla tecnologia moderna, concentrandosi sui progressi che la disciplina ha compiuto negli ultimi 100 anni, con l'invenzione della lastra fotografica prima (che ha dispensato gli scienziati dal disegnare a mano ciò che vedevano) e della spettroscopia, ovvero lo studio della frequenza e della intensità delle particelle, poi, che ha dato il via a rilevazioni misurabili e quindi oggettive del cosmo.
Incoraggiata dalla partecipazione del pubblico, numerosissimo e anche discretamente preparato viste le domande, ha parlato di buchi neri, di viaggi spaziali, di forme di vita extraterrestre, dell'esperimento del CERN sull'acceleratore di particelle, del rapporto uomo/scienza e uomo/Dio.
Un incontro interessante che si è concentrato sulla necessità di continuare a cercare, perchè la strada verso la conoscenza dell'universo è ancora lunga; un incontro che ha dato risposta a tante curiosità e che però ha aperto anche tante porte quanti sono i quesiti irrisolti.
Un pomeriggio con l'universo a portata di mano, spiegato da una donna arrivata alle stelle per caso.