domenica 3 aprile 2011

MIGRANTI

Vivere in Italia significa conoscere il fenomeno della migraziome. C'è chi ha emigrati tra i propri antenati, c'è chi è partito egli stesso inseguendo un lavoro o l'amore. C'è chi ha dovuto faticare per migliorare le proprie condizioni d'origine e chi semplicemente se n'è andato perchè poteva permetterselo.
Qualcuno ha fatto strada e si è arricchito; qualche altro è tornato a casa più povero di prima, con il cuore e la mente piena di disillusione. In ogni caso le storie di chi è partito per cercare l'America - e non è solo un modo di dire - sono storie che parlano di fatica e sacrificio.
Siamo un popolo di migranti, non possiamo dimenticarcelo. E chi se lo dimentica, come chi oggi grida "Fora di ball" a disperati in fuga dal nulla, lo fa in cattiva fede.
E' vero che l'enormità dei numeri riportati dai mezzi di informazione lascia poco spazio al buonismo di principio, ma l'accoglienza è un dovere. Perchè si tratta pur sempre di esseri umani, non di carne da macello.
L'Italia, quella vera, si sta dimostrando ancora una volta solidale con questa umanità, ma bisognerà farle capire (all'Italia si intende) che non è sola. E soprattutto bisognerà dirle GRAZIE.